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Il ricamo ha una storia affascinante che si intreccia con le vicende sociali e culturali delle donne nel corso dei secoli. In un mondo dove, per lungo tempo, alle donne non è stata concessa la libertà di esprimersi, il ricamo è diventato un mezzo di comunicazione, raccontando storie di identità, resistenza e lotta. Questa forma d’arte, spesso relegata alla sfera domestica, si è trasformata in un potente simbolo di rivendicazione, capace di sfidare le norme sociali e di esprimere la complessità delle esperienze femminili.
Il Tatreez: un simbolo di resistenza palestinese
Un esempio emblematico di questa evoluzione è il Tatreez, l’arte tradizionale del ricamo palestinese, recentemente riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. Praticato da oltre 3000 anni, il Tatreez ha assunto un significato profondo dopo la Nakba del 1948, quando molti palestinesi furono costretti all’esilio. Oggi i ricami non sono solo decorazioni, ma raccontano storie di appartenenza e resistenza. Ogni città palestinese ha i propri simboli e colori distintivi, permettendo di intuire l’origine di chi indossa una thobe, il tradizionale abito palestinese. La palma di Ramallah o la stella di Betlemme sono solo alcuni dei motivi che adornano queste opere, oggi sfoggiate anche su piattaforme come TikTok, dove le giovani palestinesi mostrano con orgoglio la loro eredità culturale.
Collaborazioni e iniziative contemporanee
Il ricamo palestinese ha anche ispirato vari brand e organizzazioni. Deerah, ad esempio, lavora con i campi profughi in Giordania per “decolonizzare” la moda, mentre il collettivo Badan si dedica all’insegnamento delle tecniche di ricamo ai palestinesi della diaspora. Tatreez Sisters, invece, utilizza il proprio lavoro come simbolo di identità nazionale, devolvendo una parte dei profitti a iniziative di aiuto medico. Questi sforzi dimostrano come il ricamo possa essere un veicolo potente per la solidarietà e l’identità culturale.
Il ricamo come strumento di protesta
Non è solo la Palestina a vedere il ricamo come un mezzo di resistenza. La storia è costellata di esempi simili. Durante la dittatura militare in Argentina, le Madri di Plaza de Mayo indossavano fazzoletti bianchi con i nomi dei loro figli scomparsi, trasformando un simbolo domestico in uno strumento di protesta pubblica. Questo gesto audace ha sfidato apertamente il regime e ha reso visibile una ferita profonda nella società argentina.
Le Suffragette e il potere del ricamo
All’inizio del ‘900, le Suffragette in Inghilterra si appropriarono del ricamo per rivendicare i diritti delle donne. Ricamando slogan femministi sugli stendardi delle manifestazioni, trasformarono un hobby in un potente strumento politico, lottando contro l’oppressione patriarcale. Questa capacità di trasformare il ricamo in un atto di ribellione è un chiaro esempio di come le donne abbiano usato la loro creatività per affermare la loro presenza e il loro desiderio di cambiamento.
Lingua segreta: il Nü Shu
Un’altra manifestazione di resistenza attraverso il ricamo è rappresentata dal Nü Shu, un linguaggio segreto creato dalle donne nella Cina imperiale. Questo sistema di scrittura, ricamato su tessuti, permetteva alle donne di comunicare tra loro, aggirando le restrizioni sociali imposte dagli uomini. Oggi, i pezzi di stoffa conservati sono considerati una preziosa testimonianza della condizione femminile in un’epoca di severa segregazione.
Pairi Daeza: un brand di resistenza culturale
In questo contesto, il brand italo-iraniano Pairi Daeza, fondato dalle sorelle Yasaman e Nastaran Rezaee, rappresenta un esempio di come l’artigianato possa sfidare le narrazioni dominanti. Combinando il ricamo Balochi, riconosciuto dall’Unesco, con la sartoria italiana, il brand non solo preserva tecniche artigianali a rischio di estinzione, ma sostiene anche le donne e le minoranze in Iran. L’impegno delle sorelle Rezaee si è intensificato dopo la morte di Mahsa Amini nel 2022, quando hanno unito le loro voci al movimento “Donna, Vita, Libertà”, esprimendo la loro opposizione a un regime oppressivo.
Il ricamo come linguaggio di resistenza
Il ricamo, quindi, non è solo un’arte decorativa, ma un potente strumento di resistenza politica e culturale. Le trame ricamate raccontano storie di oppressione e diaspora, ma tessono anche legami di solidarietà e identità. Le giovani generazioni stanno riscoprendo e rivitalizzando queste tradizioni, portando avanti un’eredità che continua a sfidare le convenzioni e a celebrare la creatività femminile.