Argomenti trattati
Nel panorama artistico contemporaneo, dove le collaborazioni spesso si esauriscono rapidamente, Jonathan Prince e Stephanie Manasseh emergono come una rarità. Questa coppia, che coniuga la forza espressiva dello scultore americano con la visione curatoriale della curatrice canadese, ha creato un’impronta culturale che travalica confini e discipline. La loro arte non è solo da osservare, ma da vivere, con un focus su esperienze sensoriali che abbracciano scultura, design e gastronomia.
Jonathan Prince: scultore di grande impatto
Jonathan Prince è un artista riconosciuto a livello internazionale, famoso per le sue sculture monumentali realizzate in materiali come acciaio inossidabile, acciaio CorTen e granito. Le sue opere esplorano temi complessi come la dualità tra permanenza e impermanenza, dando voce a un dialogo tra la rigidità delle forme industriali e la fluidità della natura. Ogni creazione di Prince è un invito alla riflessione, un’opera che invita a interrogarsi sulla trasformazione e sulla fragilità della nostra esistenza. Le sue sculture, che variano da forme fratturate a superfici lucide e perfette, sono presenti in prestigiose collezioni, tra cui il Broad Art Museum, e hanno trovato spazio in mostre significative, dalla vivace Madison Avenue di Manhattan al suggestivo Museo del Ghetto Ebraico di Venezia, durante la Biennale.
Stephanie Manasseh: la curatrice visionaria
Stephanie Manasseh, moglie e partner artistica di Jonathan, porta un respiro internazionale nel loro lavoro comune. Con una formazione accademica che include studi alla McGill University e al Sotheby’s Institute di Londra, Manasseh si distingue per la sua abilità nel connettere le dinamiche culturali attraverso le sue curatele. Ha fondato la Accessible Art Fair, un’iniziativa che democratizza l’arte per artisti indipendenti, e ha curato mostre di grande rilevanza. Le sue collaborazioni spaziano da marchi iconici come Tiffany e BMW fino a istituzioni culturali come il Museo Ebraico di Amsterdam. La sua visione creativa si esprime al meglio nello spazio condiviso con Prince, dove la sua sensibilità curatoriale arricchisce ogni progetto.
Berkshire House: un laboratorio creativo
Nel 2020, la coppia ha realizzato un sogno trasformando una storica fattoria casearia nel Massachusetts in Berkshire House, un innovativo spazio di 2.000 metri quadrati dedicato all’arte e alla cultura. Questo ambiente non è solo lo studio principale di Jonathan, ma un vero e proprio laboratorio vivente dove arte, design e gastronomia si intrecciano. Qui si organizzano performance, installazioni e incontri sensoriali, creando un’atmosfera vibrante e coinvolgente. Un murale permanente di Sol LeWitt, curato da Manasseh, rende omaggio alla storia dell’arte concettuale, mentre il programma culturale include eventi come Spectrum e Twelve, che uniscono chef e artisti in esperienze uniche.
Maison Berkshire: l’espansione europea
Nel 2024, la visione di Prince e Manasseh ha varcato l’oceano con l’apertura di Maison Berkshire a Bruxelles. Questo spazio è più di un semplice studio di design; è un salotto culturale che introduce il linguaggio scultoreo di Jonathan in un contesto europeo ricco di ispirazioni. Situato tra gallerie storiche, Maison Berkshire rappresenta un nuovo modello di vita artistica, dove la coppia presenta opere e collaborazioni che sfidano le convenzioni. La recente collaborazione con il designer Nicolas De Pomerlau sottolinea l’impegno di Prince nel fondere scultura e design, creando un dialogo unico tra le due forme d’arte.
Una sinergia creativa unica
La forza di Jonathan Prince e Stephanie Manasseh risiede non solo nei loro talenti individuali, ma nella sinergia che riescono a creare insieme. In un settore spesso caratterizzato da ego e competizione, la loro collaborazione si distingue per il rispetto reciproco e una visione condivisa. Mentre Jonathan plasma la materia, Stephanie definisce i contesti culturali che danno vita alle sue opere. Il risultato è una pratica artistica che riesce a essere sia monumentale che intima, un’esperienza che va oltre l’osservazione, invitando il pubblico a vivere l’arte in modo attivo.
Con ambizioni di espandere le loro iniziative e approfondire il dialogo tra le loro sedi americane ed europee, Prince e Manasseh continuano a evolversi come pionieri creativi. La loro eredità non è solo misurabile attraverso le opere prodotte, ma anche attraverso le comunità che costruiscono e le barriere che abbattono. In un’epoca in cui la ricerca di autenticità e connessione è più forte che mai, la storia di Jonathan e Stephanie si erge come un esempio di armonia tra arte e vita, forma e spirito, visione e realizzazione.