Argomenti trattati
In un’isola intrisa di storia e tradizione, il calore siciliano si è fatto sentire forte anche quest’anno durante la XXI edizione di Sicilia en Primeur. Questo evento non è solo una rassegna vinicola, ma una vera e propria celebrazione del patrimonio culturale e enologico dell’isola. Quando penso ai profumi dei vigneti e alla passione dei produttori, mi tornano in mente le parole di Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, che ha saputo trasmettere l’essenza del vino come ponte tra passato e futuro.
Un evento internazionale per scoprire la Sicilia
Dal 6 al 10 maggio, circa 100 giornalisti e operatori del settore, provenienti da tutto il mondo, hanno avuto l’opportunità di esplorare la Sicilia in un viaggio che ha toccato le diverse sfaccettature del suo territorio. Dall’Etna a Pantelleria, passando per Marsala e Modica, le press tour hanno messo in luce non solo le bellezze paesaggistiche, ma anche la straordinaria varietà dei vini siciliani. Ricordo quando, durante una delle visite, ho assaporato un Nero d’Avola che sembrava raccontare la storia della terra da cui proveniva: una vera e propria poesia in un bicchiere.
Il tema di quest’edizione, “La Cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro”, ha offerto spunti di riflessione sulle sfide e le opportunità del settore. La vendemmia 2024, in particolare, è stata al centro di discussioni approfondite, evidenziando l’importanza della sostenibilità e delle nuove pratiche agronomiche. La Fondazione SOStain Sicilia ha giocato un ruolo chiave, proponendo iniziative ecocompatibili per un futuro più verde.
Un settore in crescita tra tradizione e innovazione
Il mondo del vino siciliano non smette mai di sorprendere. Con oltre 101 aziende associate ad Assovini Sicilia e circa 900 etichette, il vino dell’isola è un protagonista indiscusso del mercato internazionale. Pensate che più del 55% delle vendite è destinato all’export, raggiungendo oltre 100 Paesi. L’Europa si conferma il principale mercato, ma l’Asia sta emergendo rapidamente come un territorio strategico. Questo è un chiaro segnale di come la Sicilia, con la sua diversità e unicità, stia conquistando i palati di tutto il mondo.
Nel cuore di Modica, al Castello dei Conti, gli esperti del settore si sono riuniti per assaporare oltre 300 etichette durante una degustazione tecnica. È stato un momento di celebrazione, ma anche di riflessione. Due anni di siccità e cambiamenti climatici hanno imposto nuove sfide ai viticoltori, ma la qualità dei vini prodotti è rimasta straordinaria. Alcuni vitigni, come il Grillo e il Frappato, si sono dimostrati particolarmente resilienti, simbolo di una tradizione che si evolve senza mai dimenticare le proprie radici.
Il futuro del vino siciliano: sostenibilità e innovazione
Durante il convegno “La cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro”, abbiamo ascoltato interventi illuminanti, come quello di Andrea Lonardi, Master of Wine, che ha sottolineato l’importanza di affrontare il momento attuale con realismo e visione. Ma cosa significa questo per i viticoltori siciliani? Significa innovare, esplorare nuovi mercati e adottare pratiche sostenibili. Progetti come Honeybees and Vineyard sono esempi virtuosi di come il settore possa integrare la biodiversità e il rispetto per l’ambiente nelle proprie strategie.
Un’altra iniziativa significativa è stata la creazione della bottiglia “leggera” Centopercento Sicilia, realizzata con il 95% di vetro riciclato. Questa scelta non solo riduce il peso della bottiglia, ma contribuisce anche a diminuire le emissioni di CO₂. È incredibile pensare a come ogni piccolo gesto possa avere un impatto positivo sull’ambiente.
Un viaggio di sapori e culture
Il finale di Sicilia en Primeur ha visto la celebrazione della Doc Cerasuolo di Vittoria, che ha compiuto 20 anni. Un traguardo importante per una denominazione che continua a raccontare la storia di un territorio ricco di tradizioni. L’enoturismo è stato evidenziato come un’opportunità per promuovere il brand Sicilia, valorizzando non solo i vini, ma anche la cultura, la storia e l’arte dell’isola. Come molti sanno, la Sicilia è stata nominata Regione Europea della Gastronomia 2025, e ciò rappresenta un’opportunità imperdibile per attrarre nuovi visitatori e appassionati del settore.
In un contesto così vibrante e ricco di opportunità, le parole di Mariangela Cambria risuonano forti: “Il vino non è solo un prodotto, ma una testimonianza storica”. E questa testimonianza è quella di un viaggio che continua, un percorso che non si ferma mai, ma che si evolve insieme a chi lo vive. La Sicilia, con la sua bellezza e la sua ricchezza, rimane un faro luminoso nel panorama enologico mondiale, e io non vedo l’ora di scoprire cosa ci riserverà il futuro.